Rieti, scoperta discarica di amianto a cielo aperto in un bosco.
RIETI – Lastre di amianto ondulate sotterrate in una buca a cielo aperto, altre in superficie. Intorno una quantità indiscriminata di rifiuti: frigoriferi, resti di sanitari, pneumatici, bottiglie, materassi di gomma piuma, latte in plastica e sacchi della spazzatura.
Il boschetto che si affaccia lungo via di Campomaggiore la principale che attraversa l’omonimo nucleo ex abusivo di Fara Sabina si è trasformato in una discarica.
Senza che nessuno se ne sia accorto fino ad oggi. In realtà il bosco non è affatto difficile da raggiungere, ma la frazione di Campomaggiore è sicuramente posta in un’area più nascosta, lontana dalle altre zone farensi.
E una volta che i residenti sono rientrati nelle proprie abitazioni, è sufficiente attendere le ore più buie per agire indisturbati. Le piante ad alto fusto che lo caratterizzano, fanno il resto, celando all’esterno la quantità innumerevole di rifiuti riversati tra le piante.
L’AMIANTO
Muovendo qualche passo nei piccoli sentieri, tra foglie e rovi, si arriva a una voragine, tanto profonda da essere stata probabilmente realizzata con un mezzo meccanico, forse un piccolo escavatore.
All’interno, coperte a metà dalle foglie, ci saranno, ad occhio e croce, una cinquantina di lastre ondulate di eternit. Forse di più, la profondità del buco e i detriti che le ricoprono non permettono di conteggiarle con esattezza. Più facile contare le 14 lastre ondulate, sempre in amianto, abbandonate poco più in là, direttamente sul terreno.
I CONTROLLI
La gravità della situazione riporta in auge il tema dei controlli del territorio che dovrebbero essere assicurati anche dal Comune attraverso il corpo di polizia municipale, che, però, come è noto, è sottorganico.
L’ISOLA CHE NON C’è
La mancata realizzazione dell’isola ecologica che sarebbe dovuta essere realizzata in concomitanza con l’avvio della differenziata, complica chiaramente la situazione, rendendo difficoltoso lo smaltimento di rifiuti.