Nel Tortonese, i Carabinieri del N.O.E hanno scoperto oltre 1000 tonnellate di rifiuti contaminati da amianto.

12 Marzo 2019

Messi i sigilli all’area di circa 3000 metri quadri contenente i cumuli di rifiuti contaminati, sequestrandola e ponendola a disposizione della “Procura della Repubblica di Alessandria”.

I carabinieri del NOE di Alessandria, hanno scoperto in un’azienda del Tortonese.

L’ azienda si occupa del recupero dei detriti derivanti dalla demolizione edile, trasformandoli in materiali inerti utili al reimpiego nell’attività di costruzione, oltre 1.000 tonnellate di rifiuti, stoccati in diversi cumuli a brevissima distanza da campi coltivati a cereali. Dalle verifiche tecniche immediatamente svolte, è tuttavia emerso che i vasti cumuli di rifiuti non erano solo un problema di deturpazione del paesaggio.

campionamenti eseguiti hanno rivelato la presenza di amianto di tipo «crisotilo». Difatti sia nei rifiuti da trattare che in quelli in lavorazione, rifiuti per un quantitativo di circa 1.200 tonnellate.

I carabinieri, hanno pertanto messo i sigilli all’area di circa 3000 metri quadri contenente i cumuli di rifiuti contaminati, sequestrandola e ponendola a disposizione della Procura della Repubblica di Alessandria. Mentre nei prossimi giorni, verranno svolte tutte le ulteriori verifiche del caso.

Il rappresentante legale del sito, dovrà rispondere all’autorità giudiziaria dei reati di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e violazione delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni all’esercizio dell’attività.

L’elevato volume di rifiuti, che è presente sull’area dell’azienda sottoposta a verifica, ha reso necessario avvalersi di strumentazioni ad elevata tecnologia. Questo  al fine di riuscire a quantificarli con precisione. La Provincia di Alessandria, ha pertanto fornito il proprio supporto con un drone. Condotto dall’ingegner Davide Guasco, che ha permesso di avere una visione di maggiore interesse dell’area dal punto di vista dell’inchiesta.

Il settore delle costruzioni edili “dal nuovo”,  dicono i carabinieri, sta vivendo una congiuntura di evidente crisi. Ed è pertanto difficoltoso, cercare di proporre sul mercato i sottoprodotti che provengono dalla lavorazione di tale tipologia di rifiuti.

Grandissimi stock di questi rifiuti,  rimangono soventi “a magazzino”e stazionano presso tali siti, per lunghissimi periodi.

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