Ieri sera in onda su Rai Tre la puntata dedicata all’oncologa casalese, insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo impegno contro l’amianto.
“Se non siamo in grado noi di affrontare in maniera efficace l’idea di morte non siamo neanche in grado di fare del bene”.
Comincia con questa frase di Daniela Degiovanni, la puntata di ‘Nuovi Eroi’ intitolata ‘La dottoressa che ha sconfitto l’Eternit’ dedicata al medico casalese. Ed in senso più ampio, alla lotta della città contro l’amianto.
Un racconto emozionante che comincia dall’infanzia , le origini in una famiglia umile, il padre operaio presso una cementeria. La madre che teneva un piccolo negozio alimentari aperto 365 giorni l’anno ed una giovinezza passata a leggere e studiare.
Poi l’esperienza personale della malattia. Il ricovero a diciotto anni a Cuneo e, una volta guarita il desiderio di studiare proprio medicina. Alla ricerca di “una medicina più vicina alle esigenze del malato”. Ispirata dagli studi di Umberto Veronesi.
Dopo la laurea, il primo lavoro è in Cgil. Dove inizierà ad occuparsi di malattie professionali.
“Non sono all’altezza”, disse al sindacalista che le offrì l’impiego. “Non ti preoccupare, neanche quello precedente era all’altezza”, le rispose lui.
Le prime visite agli operai, la maggior parte viene dall’Eternit. “Tutti salivano le scale con l’affanno, anche se erano giovani, dovevano fermarsi due volte e tutti dicevano che respiravano malissimo. Per dormire si mettevano due, tre o quattro cuscini e tutti mi dicevano che era una fabbrica in cui si moriva” racconta Degiovanni.
“L’Eternit era uno scatolone oscuro, anche se la polvere era bianca” chiosa Bruno Pesce.
“All’inizio pensavo che avessero la stessa malattia che avevo avuto io, non riuscivo a riferire tutta questa sofferenza all’inalazione d’amianto”, prosegue Degiovanni.
(Allora legare l’Eternit ai tumori era tabù, c’era da lottare per ottenere giustizia.)
Da qui l’incontro e il legame profondo con il sindacalista Nicola Pondrano. Lo studio dei dati per provare il legame fra tumori e amianto, in modo da chiedere e ottenere gli indennizzi dall’Inail. Frequenta la biblioteca del Santo Spirito.
“A Torino esisteva l’istituto di epidemiologia dei tumori dell’università. Umberto Terracini vide che l’incidenza di mesotelioma pleurici nella nostra città era molto elevata, parlò di epidemia di mesotelioma sul territorio casalese”.
Comincia la lotta dura con l’Inail, c’è una prima causa vinta nei tre gradi di giudizio, poi tante altre cause vinte con indennizzo ai lavoratori (“55 milioni, una cifra spaventosa per quei tempi”, commenta Pondrano).
Nel 1986 c’è la chiusura della fabbrica. “I lavoratori hanno compreso che la salute valeva di più di uno stipendio”.
La battaglia con l’Eternit è vinta, ma non quella con il mesotelioma. La battaglia, come purtroppo sappiamo bene, prosegue tuttora e continuerà ancora negli anni successivi.
La puntata si conclude con le immagini di Daniela Degiovanni al Parco Eternot. Parco che è sorto al posto della fabbrica della morte.
“Per me quest’area verde rappresenta il coronamento di quarant’anni di attività e qui ho visto rinascere la speranza per il futuro”. Poi la consegna dell’onorificenza da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Un’onorificenza che non va solo a me, ma a tutti quelli che si sono occupati dell’amianto e a quanti sono morti”.