«Emergenza amianto a Massa-Carrara, Cava Fornace è necessaria».

28 Gennaio 2019

Il presidente di Confartigianato, Sergio Chericoni. –

«Bisogna essere concreti e affrontare la realtà, il ciclo va chiuso sennò l’eternit resta sui tetti di case e scuole».

 

 

Fra il sogno di un inertizzatore, che possa rendere inerti le fibre, e la sua realizzazione bisogna essere concreti e affrontare la realtà che non ammette perdite di tempo.

Se non chiudiamo il ciclo ci teniamo l’eternit sui tetti delle case e delle scuole, nelle strade dove viene abbandonato, apriamo le porte ai malaffari, alla malavita organizzata.

Per i sogni dobbiamo attrezzarci. Adesso bisogna lavorare sulla bonifica e messa in sicurezza e per farlo abbiamo bisogno di una discarica attiva, certificata e controllata. Come quella di Cava Fornace”.

 

Questa, in sintesi, la conclusione del presidente di Confartigianato Massa-Carrara, Sergio Chericoni.Che è  intervenuto giovedì al convegno organizzato da Programma Ambiente Apuane proprio sulla discarica di Montignoso, al complesso di S. Agostino a Pietrasanta.

Una giornata intera con esperti e addetti ai lavori per fare il punto su Cava Fornace, il suo ruolo nel ciclo dei rifiuti e l’impatto sul territorio.

Il presidente di Confartigianato, numeri alla mano, ha tracciato una linea chiara che non chiude le porte a soluzioni alternative alla discarica per lo smaltimento dell’amianto ma che, al tempo stesso, chiarisce come al momento non esistano altre soluzioni attuali e concrete.

Anche perché, ha chiarito Chericoni, Cava Fornace accoglie solo amianto in matrice compatta, quello che deriva dall’edilizia come tetti, tubi o vasche, e non quello più friabile e ancora più pericoloso.

 

Materiale che in edilizia è stato utilizzato ovunque e lì si trova ancora.

 

“La mappatura delle bonifiche sul sito del Ministero dell’ambiente aggiornata al 2017 registra 86mila siti contenenti amianto in Italia e ne sono stati bonificati solo 7.669, praticamente niente visto che la banca dati non è né completa né omogenea”. 

 

In Toscana la prima e parziale indagine risale al 2017, con Arpat e Lamma, solo per i tetti di grandi dimensioni, industriali.

 

Si parla di oltre 1.500 ettari di lastre in cemento amianto su un totale di poco superiore a 8.000 coperture.

Senza considerare case, pollai o tubature.

Visto che 1 metro quadrato di eternit pesa dai 16 ai 20 chilogrammi si tratta di oltre 247mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto in Toscana.

In particolare 66 ettari a Massa-Carrara e 143 ettari a Lucca. Una vera emergenza amianto”. 

 

 

Emergenza che diventa pericolosa per la salute quando il materiale si rompe o si deteriora, naturalmente. Rilasciando così le fibre nell’aria.

 

Ribadisce Chericoni.

“A oggi l’unico smaltimento possibile è in discarica . Siamo favorevoli ad alternative come un inertizzatore.

Ma lo stesso Ministero dell’ambiente ammette che al momento non ci sono impianti simili in Italia.

E anche quelli all’estero sono stati realizzati in via sperimentale.

Intanto, però, smaltire il cemento amianto in discarica, seguendo le rigide procedure previste dalla legge, offre garanzie quasi assolute di sicurezza.

Solo che persino le discariche iniziano a scarseggiare e crearne di nuove è quasi impossibile e richiede comunque molti anni.

In Toscana ce ne sono 4 e, con Cava Fornace ferma per raggiungere le quote stabilite dalle autorizzazioni, solo una è attiva e può accogliere amianto.

Portarlo altrove, lontano, magari all’estero finisce per aumentare i costi, che poi pagano i cittadini, e l’inquinamento perché l’amianto viaggia su mezzi pesanti.

E il rischio concreto è di aprire la strada a chi sui rifiuti vuole lucrare in maniera illecita.

Per questo al momento, la soluzione più sicura, per tutti, è smaltirlo in discariche sicure e controllate, secondo le norme di legge. Come a Cava Fornace”.

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