Amianto nelle scuole.
Si parla da anni dell’amianto – sostanza micidiale che genera malattie mortali – da estirpare nelle strutture pubbliche, ad iniziare delle scuole. Poi, però, siccome si tratta di “bonifiche” molto onerose, che lo Stato non finanzia, tutto torna nel silenzio. Ciclicamente, il problema torna in auge. E l’inizio del nuovo anno scolastico è proprio uno di questi momenti.
Ancora 2.400 istituti contengono amianto.
A riproporre i numeri sull’amianto a scuola, è stato il Codacons. Andato a rispolverare i dati resi pubblici, lo scorso maggio, dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona) e dal Comitato nazionale italiano Fair play. ‘Sport e scuola, ambiente e sicurezza: via l’amianto’, che hanno realizzato un censimento sui materiali che contengono amianto. Ben 2.400 istituti scolastici contengono amianto.
In quell’occasione, si rilevò che a frequentare le scuole con all’interno l’amianto sarebbero almeno 352.000 alunni. Senza poi contare più di 50.000 tra docenti, personale Ata e dirigenti scolastici.
Ed il fenomeno sarebbe peggiore di quello che si pensava. In Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Le scuole sono tra gli edifici con maggiore presenza della sostanza killer. Sostanza che è causa di “6.000 decessi ogni anno di mesotelioma (1.900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600)”
A scuola nulla è stato fatto?
L’associazione guidata da Carlo Rienzi, come se non bastasse, ha fatto sapere che il 46,8% degli edifici scolastici presenti sul territorio non possiede il certificato di collaudo statico. Inotltre il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità. Numeri che preoccupano ancor di più se consideriamo che nel 2018-2019 ogni tre giorni si sono registrati episodi di distacchi di intonaco e crolli all’interno di edifici scolastici.
Secondo l’associazione dei consumatori, “la mancanza di sicurezza delle scuole ha provocato, a partire dal 2001, 39 vittime. Nonostante i piani annunciati a reti unificate dai vari governi. Poco o nulla è stato fatto per garantire salute e sicurezza di studenti e personale scolastico”.
Codacons invierà una diffida ai dirigenti “faciloni” che riaprono le scuole.
Il Codacons parla di “scandalo inaccettabile“. E fa sapere di essere è pronto ad inviare una diffida ai sindaci e ai dirigenti scolastici chiedendo di non aprire. Tenendo chiusi in occasione del nuovo anno scolastico, gli istituti a rischio che possono rappresentare un pericolo per la sicurezza di studenti e docenti.
L’associazione ha inoltre pubblicato sul proprio sito, un modulo attraverso il quale i genitori possono valutare il livello di sicurezza delle scuole frequentate dai propri figli. Nonché chiedere interventi urgenti per la riqualificazione degli edifici scolastici.
Ed in particolare attraverso la verifica su agibilità, collaudo statico, impianti elettrici, idraulici, verifica di vulnerabilità sismica, certificazione igienico-sanitaria, certificazione di conformità antincendio, ascensori, ecc, con i relativi rinnovi.
Coinvolgendo anche l’amministrazione comunale che – ai sensi dell’art. 3 c.1 della Ln. 23/1996 – è tenuta a essere garante della manutenzione ordinaria, straordinaria e impiantistica degli edifici adibiti a scuola.
Ben 40 milioni di tonnellate ancora presenti in Italia.
Tornando all’amianto, la sostanza, messa al bando per legge 26 anni fa, è presente in modo ancora massiccio sul territorio italiano. Dei 40 milioni di tonnellate di amianto presenti in Italia, si legge nella ricerca, ben “33 sono in matrice compatta e 7 friabile. In un milione di siti, di cui 50.000 industriali e 40 di interesse nazionale (di questi, 10 solo per amianto, da Fibronit di Broni e di Bari a Eternit di Casale Monferrato)”.
Tra l’altro, i dati sarebbero in sensibile difetto. Poiché, nonostante le Regioni abbiano l’obbligo di trasmettere ogni anno al ministero della Salute i dati sulla presenza di amianto, questa comunicazione spesso non si realizza.
In alcune regioni, la situazione a livello scolastico è da allarme. Nel Lazio sono presenti ancora qualcosa come “64 tonnellate di amianto compatto e 150 chilogrammi di amianto friabile”. Per le Marche di “amianto friabile in 89 istituti scolastici e di ricerca e in 24 impianti sportivi”. Per la Sardegna “in 395, di cui 72 bonificati e 323 ancora da bonificare”.
Anche secondo Legambiente, come riportato di recente dalla Tecnica della Scuola, l’amianto si trova nel 10% degli edifici scolastici:. Difatti una percentuale non molto distante da quella pubblicata a seguito dello studio.
Dove è “nascosto” l’amianto.
La Tecnica della Scuola ha in passato spiegato i principali prodotti contenenti amianto nelle scuole:
- ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti: fino all’85% di amianto (prevalentemente amosite spruzzata) e elevato potenziale di rilascio fibre;
- rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie: in tele, filtri, imbottiture in genere il contenuto di amianto è al 100%. Per altri rivestimenti in miscela al 6-10% con silicati di calcio. Elevato potenziale di rilascio fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto;
- prodotti in amianto-cemento (coperture, tramezzi, cassoni dell’acqua, canne fumarie): 10-15% di amianto (crisotilo e anfiboli). Rilascio possibile solo se abrasi, segati o deteriorati;
- pavimenti vinilici: 10-15% di amianto crisotilo. In questo caso il rilascio di fibre è improbabile.
La presenza anche in altri “siti”.
La scuola non è l’unica struttura pubblica dove è ancora presente l’amianto. La sostanza killer è situata anche in “1.000 biblioteche ed edifici culturali. Inoltre in 250 ospedali, 300.000 chilometri di tubature, che diventano 500.000 compresi gli allacciamenti”.
Pure negli “impianti sportivi realizzati prima dell’entrata in vigore del divieto di utilizzo di amianto (1 aprile 1993). Questi presentano materiali in amianto e contenenti amianto e necessitano quindi di bonifica”.
I casi di tumore da amianto.
Di recente, è stato accertato che l’amianto è la causa principale del mesotelioma. Un tumore maligno che colpisce il rivestimento di alcuni organi interni, in questo caso i polmoni (l’80% dei mesoteliomi è causato dall’amianto). Difatti guadagnandosi così un posto nella lista 1 di IARC, quella che comprende i cancerogeni certi per l’uomo.