Per le bonifiche c’è una norma contenuta nella manovra finanziaria del Governo che introduce adesso un credito d’imposta del 65% per la rimozione amianto.
La Regione stanzia 1,3 milioni di euro per le bonifiche. Ma solo tre comuni accedono al bando.
In Campania, sono 4000 le strutture dove è presente amianto censite nel 2018. Di queste, tre sono rappresentate da siti industriali, 85 sono edifici pubblici, 955 sono edifici privati, 3.043 le coperture in cemento amianto. È la fotografia scattata nel 2018 dal dossier “Liberi dall’amianto ?”. Realizzato da Legambiente.
Ma poi si verifica il paradosso. Da anni i comuni si lamentano perché non hanno i soldi per fare le bonifiche. Quando la Regione Campania stanzia i fondi, accade che solo tre sindaci si fanno avanti. Due del casertano, Aversa e Sparanise, e un comune irpino, Caposele.
In tutto un milione e 300mila euro. Non sono molti, è vero.
Considerando i costi altissimi delle operazioni di smaltimento dell’amianto, lo stanziamento coprirebbe giusto una decina di progetti.
Ma stando a quanto è emerso di questi fondi, solo 152mila saranno utilizzati.
Vista la situazione il 29 novembre la Regione ha varato una nuova delibera che parte proprio dalla triste constatazione di una.
“limitata partecipazione delle Amministrazioni comunali al bando, il che denota – si legge – scarsa attenzione da parte delle stesse alla problematica amianto”.
Alla fine il provvedimento di Palazzo Santa Lucia stabilisce di usare i fondi inutilizzati per rimuovere rifiuti tossici nell’ambito dell’accordo di programma per le compensazioni ambientali.
Sul punto anche il gruppo dei cinque stelle in Regione solleva molte critiche agli amministratori della Campania. Per il consigliere regionale Vincenzo Viglione si tratta di
«un segnale preoccupante che denota totale disinteresse rispetto a un fenomeno gravissimo».
In realtà sarebbe la burocrazia a fermare l’ iniziativa dei comuni.
Da parte sua la Regione Campania ha approvato nel frattempo il Piano regionale amianto.Che è previsto dalla legge 257/92, e ha completato le attività di censimento e mappatura.
Il credito d’imposta. Per incentivare le bonifiche peraltro c’è una norma contenuta nella manovra finanziaria del Governo che introduce adesso un credito d’imposta del 65% proprio per la rimozione dell’amianto.
La norma recita:
“Per le erogazioni liberali in denaro, effettuate nei periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2018. Per interventi su edifici e terreni pubblici finalizzati alla bonifica ambientale (compresa la rimozione dell’amianto). Alla prevenzione e al risanamento del dissesto idrogeologico. Alla realizzazione o alla ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e al recupero di aree dismesse di proprietà pubblica, spetta un credito d’imposta nella misura del 65%”.