A marzo, via ai controlli sanitari ai ai lavoratori ex esposti all’ amianto.
Sarà operativo a partire dal mese di marzo, il gruppo di lavoro composto da personale del Centro Sanitario Amianto, delle Università, degli Spresal e della SCDU Epidemiologia dei Tumori dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
Che avrà il compito di aggiornare il registro dei lavoratori ex esposti all’amianto. Completandolo con l’utilizzo e la verifica di nuove fonti.
È quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta. Nel rispondere all’interrogazione a risposta immediata, del consigliere di Forza Italia Francesco Graglia. Avvenuta nell’ambito delle question time del pomeriggio, in Consiglio regionale.
“Sono passati 27 anni – ha sottolineato Graglia in aula – dalla legge nazionale che ha vietato ogni forma di utilizzo e commercio della fibra di amianto. E un anno dall’individuazione delle azioni che le Regioni devono mettere in atto per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti all’Amianto, cosi come previsto dal protocollo d’intesa Stato-Regioni dello scorso febbraio 2018.»
aggiunge
«Occorre oggi avere tempi e nominativi certi”.
“I dati per l’aggiornamento dell’elenco dei 17 mila lavoratori già iscritti ad un registro regionale nel 2014, verranno richiesti a tutte le industrie e attività economiche note per aver operato in passato nel settore della trasformazione dell’amianto. E per quelle note per aver utilizzato grandi quantitativi di materiali contenenti amianto. » specifica Saitta.
« Oltre alla consultazione degli archivi Inail e Inps, verrà introdotto l’utilizzo di nuova documentazione. Come i libri matricola delle aziende, dove si verificava esposizione ad amianto».
« La Regione avvierà inoltre, grazie a un accordo quadro con i medici di famiglia, un percorso ad hoc per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti ad amianto.»
« Che prevede il riconoscimento nominativo, l’identificazione del loro medico di Medicina generale attraverso gli archivi del Servizio sanitario nazionale e la segnalazione al medico di Medicina generale dei suoi assistiti a rischio di malattie di amianto».
« Il coordinamento con i medici di famiglia – conclude l’assessore – appare fondamentale per assicurare un intervento capillare sul territorio regionale. E tempi congrui per l’intervento assistenziale di sorveglianza. Anche in considerazione della conoscenza delle condizioni cliniche degli assistiti da parte degli stessi medici”.