A Marsciano scoperte 70 tonnellate di eternit. Erano sotterrate da 20 anni.

5 Febbraio 2019

Fibre di amianto sotterrate 20 anni fa. Maxi discarica abusiva composta da vecchi forni di essiccazione del tabacco.

 

Settanta tonnellate di eternit tombate in campagna.

È considerata una delle discariche abusive più grandi scoperte in Umbria, quella individuata dai carabinieri forestali di Marsciano in zona Santa Liberata di Collazzone.

La segnalazione è partita da alcuni rifiuti che spuntavano tra la fitta vegetazione. Da lì è venuto alla luce un maxi deposito non autorizzato di eternit.

L’asbesto è stato sotterrato lì venti anni fa, e rinvenuto in condizioni critiche.

 

Proprietari subito identificati.

Dopo l’immediata identificazione dei proprietari del terreno, che risulta iscritto al patrimonio fondiario di  una società agricola, è scattato subio il sequestro.

Sul caso sta lavorando la Procura di Spoleto, che ha aperto un fascicolo di inchiesta ipotizzando le accuse di getto pericoloso di cose e abbandono di rifiut

Negli ultimi giorni però,  è scattata la richiesta di archiviazione a seguito, sia dell’avvenuta bonifica che dell’intervenuta prescrizione.

Questo perché, secondo l’ipotesi degli inquirenti, quelle 70 tonnellate di eternit altro non sono che i vecchi forni di essiccamento del tabacco. La cui componente interna è costituita da amianto.

 

20 anni fa il sotterramento.

I proprietari dell’azienda agricola, invece di smaltire correttamente e come prevede la legge i rifiuti, che erano stati prodotti dall’operazione di rimozione di vecchi impianti, hanno ben deciso di nascondere la grande quantità di eternit nel terreno circostante. Sempre di loro proprietà.

La forestale, scavando nell’area di proprietà dell’azienda, che è di quasi mille metri quadrati, ha trovato il materiale pericoloso.

C’è anche da considerare che la profondità in cui è stato trovato l’eternit era compresa tra uno e tre metri, e che a casusa del lunghissimo periodo di sepoltura, l’amianto è risultato completamente sfaldato.

100 mila euro.

E’ questa la cifra che si sono ritrovatio a pagare i pèroprietari, in quanto nei loro confronti è scattato l’ordine di bonifica.Bonifica che già avrebbero dovuto fare anni fa.

 

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